Visita del Prefetto in Argentina.

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A settembre il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Card. Giuseppe Versaldi, ha visitato la Pontificia Università di Buenos Aires e successivamente Tucumán e le Università cattoliche di Salta incontrando gli educatori e i docenti universitari.
A Tucumán, dove è stato invitato dal Vescovo di San Rafaele, Mons. Eduardo María Taussig, il Prefetto ha parlato della missione del docente universitario prendendo spunto dall’insegnamento di Papa Francesco.

Parlando della missione della Chiesa nel XXI ha indicato che l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium illustra perfettamente ciò che Papa Francesco ritiene cruciale per i prossimi anni. Secondo il Pontefice, le comunità cristiane sono invitate a “studiare i segni dei tempi” e a scegliere, secondo i criteri ignaziani, lasciandosi guidare dal bene e rifiutando il male. Evangelizzazione è il compito di tutta l’intera Chiesa; le indicazioni per gli operatori pastorali, indicate nella Esortazione Apostolica, sono dirette anche ai docenti universitari. La missione evangelizzatrice incontra diversi pericoli: l’individualismo, la crisi dell’identità, la diminuazione del fervore missionario, relativismo pratico che induce a comportarsi e a vivere come se Dio non esistesse. Infine, in modo esplicito a proposito di Università, Papa Francesco dice che le università sono un luogo privilegiato per pensare e sviluppare questo impegno evangelizzatrice sopratutto in modo interdisciplinare e integrativo.

Il Prefetto ha ricordato che l'Università cattolica, secondo Papa Francesco, è nata soprattutto per promuovere il dialogo tra fede e ragione, cioè, per mostrare che la fede con cui noi conosciamo Dio come fonte di verità non è un ostacolo, ma piuttosto favorisce la ricerca della verità presente nel mondo creato e che solo la creatura umana è in grado progressivamente di scoprire la sua ragione.
Invece secondo San Giovanni Paolo II le università cattoliche dovrebbero avere le seguenti caratteristiche: 1) una ispirazione cristiana non solo dei singoli, ma della comunità universitaria come tale; 2) alla luce della fede cattolica una riflessione continua sul crescente tesoro della conoscenza umana, a cui si cerca di contribuire con le proprie ricerche; 3) la fedeltà al messaggio cristiano così come è presentato dalla Chiesa; 4) l'impegno istituzionale al servizio del popolo di Dio e della famiglia umana nel loro pellegrinaggio verso la meta trascendente che dà senso alla vita.

Di seguito il Prefetto nel suo discorso ha sintetizzato alcuni concetti essenziali che, per così dire, dovrebbero caratterizzare il docente universitario di una Università cattolica. Uno è l’amore e la ricerca della verità: quando un docente cattolico abbandona e dimentica la ricerca della verità nella propria vita e nelle sue opere perde le radici che significa una morte. Un altro è amore e la ricerca del dialogo: il dialogo in questo XXI secolo con lo Stato, la società e i fedeli che non fanno parte della Chiesa Cattolica è una delle sfide più grandi per l’umanità di oggi. Un terzo concetto è che l’università cattolica di per sé ha l’importante compito di educare alla cultura dell’incontro; di mantenere un dialogo inteso come cambio di doni pertanto, una Università cattolica o docente cattolico sono chiamati a stabilire questo scambio, senza perdere o nascondere la propria identità e missione. La nostra identità cattolica – ha continuato – i principi e valori evangelici nostri e della Chiesa non sono una questione di negoziazione tra le parti. L'Università cattolica o dottrina cattolica promuove il dialogo senza abbandonare o sminuire il suo essere. L’ultimo, ma non meno importante concetto, è l’amore e la ricerca delle periferie. Una Università cattolica è una comunità chiamata ad uscire da se stessa, uscire verso l’uomo, la società, e il mondo. Una Università cattolica inizia la sua strada verso le periferie, quando, come ha detto Papa Francesco in Sardegna, acquisisce una caratteristica tripla, cioè diventa 1) un luogo di discernimento; 2) un luogo dove si elabora la cultura di vicinanza; 3) un luogo dove si elabora la formazione alla solidarietà.

Infine, il Cardinale ha concluso che seguendo l'esempio del Divino Maestro, anche l'insegnante deve essere animato da un vero amore per le persone affidate alla sua cura come una risposta all’amore che egli stesso ha ricevuto. Solo in questa logica dell'amore si possono trovare sempre nuovi modi per incarnare la missione ricevuta nella storia concreta degli uomini in modo credibile, attraverso la testimonianza della carità, il messaggio del Vangelo come via di salvezza offerta a tutti uomini. È determinante l'esempio specifico di coerenza della vita del docente che sa accompagnare con umiltà e coraggio gli studenti a scoprire da loro stessi tutto ciò che è vero, bello e buono.
 

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